L’iridologia è una pratica che si basa sul legame tra micro e macrocosmo, dove l’iride diventa il microcosmo in cui si specchia il macrocosmo dell’intero corpo.

Fin dall’antichità è stata sostenuta l’importanza semeiotica dell’occhio umano per la ricerca e l’analisi della salute del proprio corpo, tanto che lo stesso Ippocrate ha affermato: «Tali sono gli occhi, tale è il corpo».

Nata in Ungheria nel tardo XIX secolo, dagli studiosi Ignaz Von Péczely e Nils Liljequist, l’iridologia è l’arte di interpretare i colori e i segni della parte visibile dell’occhio (l’iride, la pupilla e la sclera), e di metterli in relazione con lo stato di equilibrio o di disequilibrio dell’organismo.

Si tratta di una disciplina olistica, che mira a valutare lo stato generale del soggetto: aspetti fisici e psichici, ereditari e personali, costituzionali e acquisiti, armonici e disarmonici. In più, osservando l’iride nella sua totalità si giunge ad una valutazione degli aspetti generali del sistema biopsichico permettendo una valutazione dell’energia, vitalità, equilibrio, tossiemia e molti altri aspetti.

Inoltre attraverso la topografia iridea vengono localizzati sull’iride funzioni, apparati e organi. Grazie all’eventuale presenza di colori diversi dal naturale colore di fondo dell’iride del soggetto, è possibile osservare la condizione la condizione degli organi, individuare i punti di debolezza e la presenza o meno di squilibri all’interno del proprio corpo.

Importante da sottolineare è che attraverso l’iridologia non vengono effettuate delle diagnosi, un compito che spetta esclusivamente al medico competente.